sabato 2 marzo 2013

I.N.T. I VACANZIERI EXTRA-CURRICOLARI

 



Io non tollero i vacanzieri extra-curricolari. Sono quelli che vanno in ferie nei periodi di lavoro normale, quando non dovrebbero, quando non lo prevede il piano dei corsi. Un esempio. Finiti gli esami della sessione invernale ognuno si sente masticato come la pappetta di pesce che mamma gabbiano rigurgita nel becco dei piccoli per nutrirli. Molli e sfibrati come il bolo. Ci si riposa qualche giorno, giusto un paio perché non vorrai mai perdere i calli ai gomiti e la gobba da competizione, poi si riprende la vita universitaria. Piano piano, poco poco, sottovoce. Fa schifo, e siamo d’accordo. Se non altro però, assieme a me, c’è tutta un’intera manica di babbei che patisce la stessa cosa. E invece no. C’è sempre il vacanziero extra-curricolare, quello che tu vai a lezione “no cioè ragazzi, ho proprio bisogno di staccare, perché alla fine se io non mi faccio la mia settimana bianca a Courmayeur ce mi sento privato di un diritto costituzionale”. Tu vorresti girargli la testa con le tue mani come si fa per ammazzare i polipi, ma invece sfoderi il sorriso di circostanza modello “30 denari” e anzi gli chiedi tutto interessato i dettagli della “meritata pausetta”. Se proprio vuoi strafare, aggiungi anche “beh allora mandami una cartolina…”, senza renderti conto che stai stringendo a tal punto il sorriso che ti sanguinano le gengive.

Il vacanziero extra curricolare poi è un inguaribile sadico, perché ti costringe ad essere parte della sua vacanza postando 16 000 foto al giorno. Tutte da catalogo "I viaggi del Ventaglio". Un sole che sembra Nairobi; comitive allegre e festanti che ridono a crepapelle; tramonti da concepimento; spa da sultanato e così via. Voglio dire, mai che un si faccia la foto davanti alla pensione “INES”, di una stella e un quarto, famosa per aver gli stessi copriletti ruvidi color sacco di canapa dal 1933 e per l’allevamento di blatte da esposizione sotto la moquette. O magari una foto alla triste polentata in baita assieme alla burbera proprietaria e a suo padre novantatreenne, che sta in piedi solo per la decisa inamidatura dei pantaloni e che pur vedendoci ancora bene allunga le mani come un non vedente;  in cui tutto sa di capra bagnata. Solo il capretto che ti servono sa, stranamente, da piedi della proprietaria. Che poi mi domando anche: ma come diavolo fa a fare tutte quelle foto. Cioè una persona normale da solo mica ce la fa, dovrebbe affittare la troupe di National Geographic. E invece quello riesce magari a farsi l’autoscatto guardando in camera mentre sta facendo un fuori pista durante la fiaccolata di mezzanotte. E tu allora maledici il disboscamento selvaggio, sperando che la Provvidenza si incarni in un abete.
I.N.T. I VACANZIERI EXTRA-CURRICOLARI

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