Io
non tollero i vacanzieri extra-curricolari. Sono quelli che vanno in ferie nei
periodi di lavoro normale, quando non dovrebbero, quando non lo prevede il
piano dei corsi. Un esempio. Finiti gli esami della sessione invernale ognuno
si sente masticato come la pappetta di pesce che mamma gabbiano rigurgita nel
becco dei piccoli per nutrirli. Molli e sfibrati come il bolo. Ci si riposa
qualche giorno, giusto un paio perché non vorrai mai perdere i calli ai gomiti
e la gobba da competizione, poi si riprende la vita universitaria. Piano piano,
poco poco, sottovoce. Fa schifo, e siamo d’accordo. Se non altro però, assieme
a me, c’è tutta un’intera manica di babbei che patisce la stessa cosa. E invece
no. C’è sempre il vacanziero extra-curricolare, quello che tu vai a lezione “no
cioè ragazzi, ho proprio bisogno di staccare, perché alla fine se io non mi
faccio la mia settimana bianca a Courmayeur ce mi sento privato di un diritto
costituzionale”. Tu vorresti girargli la testa con le tue mani come si fa per
ammazzare i polipi, ma invece sfoderi il sorriso di circostanza modello “30
denari” e anzi gli chiedi tutto interessato i dettagli della “meritata
pausetta”. Se proprio vuoi strafare, aggiungi anche “beh allora mandami una
cartolina…”, senza renderti conto che stai stringendo a tal punto il sorriso
che ti sanguinano le gengive.
Il
vacanziero extra curricolare poi è un inguaribile sadico, perché ti costringe
ad essere parte della sua vacanza postando 16 000 foto al giorno. Tutte da
catalogo "I viaggi del Ventaglio". Un sole che sembra Nairobi; comitive allegre e
festanti che ridono a crepapelle; tramonti da concepimento; spa da sultanato e
così via. Voglio dire, mai che un si faccia la foto davanti alla pensione
“INES”, di una stella e un quarto, famosa per aver gli stessi copriletti ruvidi
color sacco di canapa dal 1933 e per l’allevamento di blatte da esposizione
sotto la moquette. O magari una foto alla triste polentata in baita assieme
alla burbera proprietaria e a suo padre novantatreenne, che sta in piedi solo per
la decisa inamidatura dei pantaloni e che pur vedendoci ancora bene allunga le
mani come un non vedente; in cui tutto
sa di capra bagnata. Solo il capretto che ti servono sa, stranamente, da piedi
della proprietaria. Che poi mi domando anche: ma come diavolo fa a fare tutte
quelle foto. Cioè una persona normale da solo mica ce la fa, dovrebbe affittare
la troupe di National Geographic. E invece quello riesce magari a farsi
l’autoscatto guardando in camera mentre sta facendo un fuori pista durante la
fiaccolata di mezzanotte. E tu allora maledici il disboscamento selvaggio,
sperando che la Provvidenza si incarni in un abete.
I.N.T. I VACANZIERI EXTRA-CURRICOLARI
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