domenica 13 luglio 2014

LE 7 REAZIONI DI UN ITALIANO ALLA VITTORIA TEDESCA

(a sinistra: composta esultanza della Merkel; da destra: Platinì che si sta pentendo di aver preso il bis di impepata di cozze al ristorante "La Favela" di Rio, e Blatter che controlla di non aver perso la clip del piercing nuovo che si è fatto)


La Germania campione del mondo. No vabbè. Mi scappa un ECCHECCAZZO scrittotuttoattaccato. Non si può. Non ci voglio credere. Ora per quattro anni questi ci mangiano in testa e ce la meneranno fino alla morte. Sapete come si dice “Siamo i campioni del mondo” in tedesco? “Wir sind Weltmeister”. Eh? Scusa come? Più che un ritornello di vittoria sembra una variante alle erbe di una birra trappista: “Scusi mi porta una Weltmeister piccola, sì che devo guidare”. Comunque, superato il gelo generale del resto del mondo (è noto che i tedeschi sono la categoria più odiata al mondo, staccando largamente i lettori di giornale altrui a tradimento e quelli che usano verbi come “fowardare”, “matchare”, “aperitiviamo”) occorre fare un’analisi non tanto della partita, per evitare di spargere sale sulla piaga, quanto delle reazioni del tifoso medio alla vittoria della Germania.

1.       IL COMPLOTTISTA
“Ecco vedi, ha vinto la Germania, ma è normale. Cosa ti aspettavi. Dominano l’economia e la finanza mondiale, figurati che interessi economici ci sono dietro la vittoria”
“Ma guarda, io non credo, l’Argentina ha giocato che sembrava la squadra del reparto di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale, sarà stato quello...”
“Se vabbè ciao. Se non ci arrivi da solo. Scusa voglio chiederti una cosa: hai visto che pubblicità c’è stata subito dopo la partita?”
“Si, quella della Opel...”
“Bene, e di che colore era vestita la Merkel stasera?”
“Di rosso”
“E l’arbitro?”
“Pure”
“BENE!!! Non ci arrivi da solo? No perché se questi non sono segni evidenti di un piano volto a truccare i Mondiali, non so cosa dirti!”
“Ma io non penso...”
“E poi scusa, Schumacher, si è svegliato proprio per i Mondiali così, per caso? Oppure l’hanno svegliato apposta sennò si perdeva la vittoria dei suoi compatrioti massoni?”
“Io adesso non tirerei in ballo Schumi, che, povero, in quanto a ballare balla pochino ultimamente”.

È inutile, qualunque cosa dirai verrà ricondotta ad un disegno superiore che coinvolge i Carbonari, il signoraggio bancario, i servizi segreti deviati, Roberto Giacobbo, le scie chimiche e il terzo segreto di Fatima. Roba che Dan Brown a confronto scrive menù per ristoranti cinesi.

2.       IL CONTROTENDENTE
Il controtendente è quello che tifa Germania. Anche se tedesco non è. Affetto da disturbi cognitivo-emotivi tifa Germania per il gusto di stare sul cazzo. Poi quando gli chiedi:
“Ma scusa, perché tifi Germania?”
“E beh sai... l’organizzazione...la pianificazione...che poi quando dicono una cosa, oh quella è”
“Sì ho capito, quindi ti esalta anche la tua squadra di imbianchini quando viene a rifarti il salone! Fai proprio la ola mentre stai seduto nella sala d’attesa del tuo commercialista al pensiero che, altroché 4-4-2, il modulo più sicuro è il 7-40.”
“No vabbè, ora generalizzi. Dai, è stata MERITATISSIMA”
E da lì in poi si aprono fiotti di banalità incontrastata, in cui svetta la perla di Gary Lineker, a cui Dio donò un piede formidabile e non anche un’opportunissima afasia, “Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e poi la Germania vince”. Non provate a convincerli, date loro solo comprensione e affatto, probabilmente la loro mamma li ha accarezzati fino ai 16 anni con un rastrello.

3.       IL ROMANTICO
“Ahinoi, che mondo povero...(sospiro)”
“Perché scusa?”
“La Germania, ha vinto...(risospiro)”
“E quindi?”
“Non c’è più poesia nel mondo...”
“Beh non esagerare, è una partita di calcio!”
“Eh... (sospiro)...non capisci... (sguardo rivolto all’infinito) ...non è solo una partita di calcio. È una lotta, tra vincitori e vinti. Solo il pallone può dare speranza, segnare una rivincita anche degli ultimi.”
“Va bene ho capito, ma è la soddisfazione di un giorno, non è che domani i poveracci stanno meglio...”
“Ma non c’entra, e poi è la sconfitta del cuore contro la fredda tecnica. Vince la programmazione disumana, non il genio, la sregolatezza, la bellezza dell’imprevedibile...”
“Aspe, mi son perso, ma stiamo parlando sempre della partita si?”
“Sarebbe stato un messaggio al mondo. Conquistate tutto con l’allegria. Restiamo umani...”
Ecco, dite a questi che stiano sereni, dato che non mi pare che Pelé abbia già vinto un Nobel per la Pace e che dubito che Madre Teresa di Calcutta sapesse fare più di tre palleggi consecutivi.

4.       IL TECNICO
Il tecnico è quello che, in risposta al tuo commento “Tedeschi cacconi puzzoni pussate via!” si lancia in una trattazione in cinque volumi sui motivi tecnico-tattici della vittoria tedesca.
“Intanto per partire la programmazione e l’organizzazione. Non crederai mica che Loew abbia vinto così per caso. La sua squadra ha un impianto tecnico solido e complesso, frutto di un programma di selezione e formazione che investe ben due cicli completi di Mondiale. Ha recuperato l’uso di mezze ali efficaci, merce rara al giorno d’oggi, e ha rafforzato il centrocampo che non solo totalizza il gioco, ma è anche in grado di concedersi giocate raffinate. L’utilizzo di Klose gli permette di estendere o restringere la cassa armonia della squadra che tra recuperi e ripartenze è in grado di fare un gioco totalizzante. Poi è ovvio, a vincere è il sistema Germania: vivai giovanili obbligatori e gestione dei club trasparente sia sul piano finanziario sia su quello…”. il tutto con l'odiosa tranquillità e l'inutile spocchia della voce di Trenitalia quando annuncia un ritardo di circa tre giorni del regionale veloce verso Venezia Santa Lucia.
Guarda a me la Germania mi sta sul culo perché a Berlino, in gita con la scuola, mi hanno fregato il marsupio, provi a rispondere. Lui continua e tu alla fine ti abboni alla rivista.

5.       IL CRITICATORE TOTALE
In caso di vittoria della Germania, per evidente superiorità, il criticatore totale inizia una serie di insulti in ordine sparso che poco hanno a che fare con il merito della partita:
“Ma dai ragazzi, questi non si possono vedere, ma che cos’è!! Cioè va bene che hanno vinto ma son tristi lo stesso. Ero più contento io quando ho vinto il mercante in fiera quest’anno a Natale. Che squadra triste. E poi brutta, Dio Santo, brutta. Vincono pure, ma sembrano la squadra del dopo lavoro dei metalmeccanici di Mirafiori. E poi la Merkel (suo bersaglio preferito, ndr.). Minchia quanto la odio. Che fosse per loro anche, ma la Merkel non posso sopportare che esulti, sta grassona orrida. Che chi ti ha messo quella giacchetta da piccola fiammiferaia? Ma non hai dei parenti, qualcuno che ti vuole bene e ti dica no guarda Angela se devi uscire con ‘sta roba piuttosto stai a casa. Hai visto il portiere? Che faccia che ha? Si ma tutti comunque, c’hanno quella faccia da nazista, altroché. Gioca la Gestapo stasera…”
E via così di luoghi comuni, dai crauti ai calzini coi sandali, diventati ormai topos letterario.

6.       IL BERSAGLIERE
È quello che, consumatosi il trionfo tedesco, si sente improvvisamente soffocare dalla rinnovata minaccia del Reich. I tedeschi ormai sono in cima al mondo e allora bisogna scendere in campo, per difendere i sacri confini patri. Ispirato dall’ardore nazionale promette che venderà la BMW, smetterà di mangiare yoghurt Muller (perché magari sono parenti, lui e il calciatore), disdice la prenotazione Lufthansa, sostituisce tutta la birra che ha in casa con la sangria, dà fuoco nel salotto alle Puma da ginnastica e usa per l’igiene intima la collezione di pantaloncini Adidas. Trascorrerà le vacanze estive sulle rive del Piave, perché l’invasione non lo colga di sorpresa.

7.       IL MALAUGURANTE

Il malaugurante è quello che tifa contro. La frase classica è “tutti, ma non loro”. E dato che siamo in Italia, tra italiani, il malaugurante contro la Germania è la razza più diffusa, al pari di quella che tifa contro Francia. Bene, il malaugurante passa tutto il campionato del mondo a tifare per la squadra che incontra la Germania, portandole, ovviamente una sfiga da bestia. Questo non lo scoraggia, anzi. Il gufaccio si galvanizza e organizza sedute di macumbe con le zingare in casa pur di veder perdere la Germania. Che ovviamente vince. Riceveranno, al termine della competizione un cesto di frutta esotica, con un biglietto di ringraziamento. “Danke”, ovviamente.