mercoledì 18 giugno 2014

I DIECI SINTOMI DELLA MATURITA'




Oggi c’è stata la prima prova di maturità. E tutti giù a citare Antonello nazionale, che praticamente con una canzone e l’appoggio del Ministero dell’Istruzione si è messo a posto a vita. Ogni maturità è diversa. Ognuno di noi ha avuto la sua notte prima degli esami e il proprio diverso e particolare esame (qualcuno è così stronzo come il sottoscritto, da continuare ad averne pure adesso). Ma ci sono cose che sono uguali per tutti e ci sono tutti gli anni. Almeno dieci. Sono i sintomi che la maturità è arrivata.

1.       IL TOTO-TEMI
Che è una cagata pazzesca. Sempre. Peggio che sentire l’oroscopo di Paolo Fox. Tutti si sforzano di trovare nel corso dell’anno eventi, simbologie, ricorrenze che dovrebbero essere indizi della scelta del Ministero. “Ah ecco vedi, quest’anno ci sarà il 25ennale dell’invio della cagnetta Laika nello spazio. Il tema sarà sicuramente l’estate e l’abbandono dei cani in autostrada”. Ma guarda io non credo. “Hanno incastrato con la prova genetica l’assassino di Yara; la traccia sarà sicuramente il Dna e il suo ruolo nella storia: da Mendel al Detective Conan”. Mi sembra improbabile e pure di cattivo gusto. “E’ morto pochi mesi fa Garcia Marquez. Mi sembra ovvio che tutta la prima prova sarà sulla MotoGP e sulla rivalità con Pedrosa e Rossi”. Se vabbè lallero.

2.       I DIZIONARI
Il dizionario è il vero compagno della maturità. Per l’occasione diventa una piccola enciclopedia miniata. Ogni spazio libero è riempito da glosse, asterischi, rimandi. E nei metodi di redazione si vede che siamo un popolo ingegnoso nelle difficoltà: gente scolla la copertina interna e ci mette i bigliettini, chi fa rilegare pagine in aggiunta, chi incolla pagine pari e dispari con in mezzo pagine di appunti, altri ancora dividono i temi per iniziale della parola chiave e raccolgono il tutto sotto la lettera corrispondente. Ai meravigliosi amanuensi degli anni 00 bisognerebbe dire che se la metà del tempo per fare questi lavori la passassero a studiare probabilmente ne saprebbero più degli esaminatori.

3.       LA CORSA
Prima di ogni esame c’è la ricerca del posto migliore. Che è sempre quello più indietro. Quello che è quasi in bagno. Quello dietro la colonna. Quello che è così indietro che praticamente è in un’altra scuola. Per aggiudicarselo, la lotta è senza quartiere. Appena si aprono le porte le scene sono quelle di una fuga da un palazzo in fiamme.  La lotta è senza quartiere. Calci, pugni spintoni, bastardo, infame, ti ammazzo. Sputi e lanci di oggetti contundenti. C’è gente che porta un dizionario in più proprio per scagliarlo sulla folla urlante. Alcuni non arriveranno nemmeno ai banchi.

4.       LA COMMISSIONE
La commissione d’esame, nella sua varietà, raccoglie sempre le stesse categorie di persone. C’è l’esaminatore-merda, quello incattivito dal caldo, dalla calvizie, che lo colse a 22 anni, e da una vita familiare fallimentare che passa gli esaminandi a filo di coltello; c’è quella che non ne ha un’idea, la riconosci perché si presenta in sandali, con la gonna ampia e vaporosa, fa domande da consumatore seriale di limoncello e l’unico contributo che fornisce al collegio è proporre la pausa caffè; oppure c’è quello che ha meno voglia di essere lì degli studenti, di solito è il professore di materie che in quel liceo non c’entrano nulla: inizia a sudare dal 6 Giugno e finisce il 18 Luglio, respira rumorosamente e, tra uno studente e l’altro, bestemmia.

5.       LA TRACCIA DI MERDA
Ogni maturità ha una traccia imbecille. Così idiota che sembra finta. Tipo quella che capitò a me, e giuro non sto scherzando, sugli alieni. Chi cazzo ha fatto entrare Giacobbo al Ministero dell’Istruzione? Chi me lo corregge il tema poi, la redazione di Mistero? E ovviamente c’è sempre il compagno di classe coglione che la sceglie, dato che in genere è così ignorante da non scegliere quella su Quasimodo perché “il cartone Disney non me lo ricordo bene e poi manco mi è piaciuto tanto”.

6.       IL TEMA STORICO
Che è quello che nessuno sceglie mai. Perché obiettivamente fa schifo. Io farei una proposta e lo abolirei. “Europa del 1914 e quella del 2014: trova le differenze”. Gerry Scotti? L’Iphone? I selfie? “L’Italia e la tragedia delle foibe”. Ma siete cretini? Metà degli studenti è un miracolo se arriva alla fine sella Seconda Guerra Mondiale e voi scegliete le foibe. Che poi ci fu un ragazzo, sublime, che lesse male e scambiò il tema storico per quello psicoanalitico: la tragedia delle fobie. Inutile dire che la sua maturità fu parecchio in salita.

7.       LA CACCA
Almeno per quanto mi riguarda, la maturità mi ha provato dal punto di vista gastrointestinale. Il ricordo più vivido che ho è che due ore prima dell’esame iniziava un moto tellurico a livello dell’addome e in breve tempo mi trovavo nella mutanda una riproduzione in scala, funzionante, dei soffioni boraciferi di Larderello. Roba che proprio i Dolori del giovane (sul) Water. Altro che Dukan, ce l’ho io la dieta miracolosa: gli esami di maturità, un paio di volte l’anno.

8.       IL RIPASSONE
Si arriva alla maturità avendo in mente un programma di studi da campo di lavoro coreano. Allora, 6.45 sveglia; 7:00 saluto al sole; 7: 05 colazione; 7: 10 inizio studio; fino alle 11 si fa tutta la letteratura da Manzoni a Moccia; dalle 11 alle 13 storia: dalla fondazione dell’impero carolingio fino alla guerra in Kossovo; dalle 13: 00 alle 13: 05 pranzo; fino alle 16 geografia diritto scienze sociali; 16- 18 fisica e biologia: dalla scoperta del fuoco alla pecora Dolly; 18 – 21 filosofia geologia matematica; 21: 05 chimica, nel senso che bisogna che ti droghi; 21: 10 – 23 storia dell’arte letteratura latina e greca; 24 religione, nel senso che reciti un rosario nel caso dovessi morire nel sonno.

9.       LA SECCHIA
Tutti, ma proprio tutti, l’hanno cercata come estrema ancora di salvezza. La secchia di turno, che passasse tutto il passabile, con la collaborazione di qualche esaminatore interno che fa finta di non vedere. E’ scientificamente provato. Durante l’esame il secchione esercita una forza di gravità sui propri compagni direttamente proporzionale al quadrato del prodotto tra le materie da preparare, i nove in pagella di questo e l’ignoranza avvilente degli studenti, il tutto fratto il numero dei compagni di classe. A questo si aggiunga che l’esattezza della versione che ti passerà sara tanto inferiore quanto la lunghezza del raggio visivo-uditivo entro cui si trova il copiatore. Questo significa che la gente si picchia sulla schiena pur di sedere vicino al primo della classe, che diventa “voce della verità”. Ti recitasse, per vendicarsi, la lista dei film di Cicciolina al posto della versione di Tacito, non ci sarebbe problema, nessuno dubiterebbe del Verbo.

10.   FINALMENTE E’ FINITA
Forse la sensazione più bella di tutte. Sentire di avere chiuso un capitolo enorme della propria vita. Chiuso con verifiche, interrogazioni, compiti a casa. Vedrai quando sarò all’università sarà tutto diverso. Farò ciò che voglio, studierò quando voglio e come voglio. Autonomo, indipendente, bello, splendido e splendente. E la cosa forse più bella di tutte è che, in quel momento, ci credi ancora, per davvero.