Credo che uno
nella vita possa mentire a tutti ma non a se stesso. Io sono grasso. È una vita che lo sono. E porca
puttana. Quando mi siedo e poi mi alzo il mio ombelico sembra la bocca di una
cernia appena pescata. Il mio ombelico sbadiglia e in alcuni momenti della mia
grassa esistenza ha assunto un’espressione di sorpresa. La mia pancia, da
sempre, è a bocca aperta. Si vede che il mondo la lascia senza parole.
Questo fino a
ieri. Si perché il vecchio me è morto, per fare spazio ad una versione del sottoscritto
più tonica, massiva e vascolare. Mi sono iscritto in palestra. Avevo un sacco
di pregiudizi sulla palestra, su quelli che la frequentano, su ciò che si fa.
E, lasciatemelo
dire.. AVEVO RAGIONE SU TUTTO!!!
Andare in
palestra fa schifo, e se per caso sei uno di quelli a cui piace, va via,
maledetto bastardo rassodato, non ti voglio nel mio post, stronzo!!
La palestra mi
fa schifo innanzi tutto per l’odore,
di disinfettante, anabolizzanti e paura. Mi sembra di allenarmi dentro una
clinica veterinaria. Porta l’asciugamano, pulisci i manubri, asciuga il
seggiolino. “Guarda io non sudo più dal 2003, che per la cronaca è stata
l’estate più calda degli ultimi secoli (e pure quella in cui uscì
l’intramontabile lavoro di DJ Bobo: Chihuahua; non so, che dite, non credete
ancora alle coincidenze?), quindi non c’è pericolo che bagni le macchine, io
piuttosto terrei d’occhio quel ragazzo lì sulla cyclette che deve essere fatto
di Calippo visto che il 60% di acqua che è in lui si sta riversando nella sala
fitness e francamente quell’asciugamano da bidet che si è portato costituisce
una ben scarsa difesa ai suoi getti d’acqua in stile Blastoise”.
Della palestra
poi odio le macchine. Nel senso che
mi inquietano. Mi sembrano macchinari da Inquisizione spagnola ai tempi della
Controriforma. Se un le guarda con occhio obiettivo, si renderà ben presto
conto di come siano pensate per stritolare, disarticolare, sfondare, torcere,
lussare ogni parte del tuo corpo. Ieri stavo facendo quella che si chiama butterfly machine (nota personale:
il dolore che ti infligge la macchina è direttamente proporzionale alla
dolcezza del nome, tipo come la parola curaro: “mm ho proprio una brutta tosse,
devo avere la gola infiammata..” “Guarda tesoro prova questo nuovo prodotto di
erboristeria, si chiama curaro..lo dato ieri a nonno che non riusciva a dormire
per il mal di schiena e guarda, è mezzogiorno e non si è ancora tirato su il dormiglione”
…già). Dunque dicevo, stavo facendo sta macchina per i pettorali, quella per
cui devi aprire e chiudere le braccia…beh…non è che abbia sofferto, diciamo che
alla terza serie da dieci ho iniziato a gridare: ABIURO!!! ABIURO!!! LA TERRA
STA FERMA E IL RESTO TUTTO LE SI MUOVE ATTORNO!! Probabilmente Galileo è stato
piegato da una sessione di spinning; se non altro quelli dell’Inquisizione
l’abbonamento non te lo facevano pagare.
Altra cosa che
odio delle palestre sono le altre persone.
La mia palestra perfetta dovrebbe essere tipo al centro del deserto del Gobi.
Nessuno, io intorno non voglio nessuno. Si perché io in palestra ci vado come
ad espiare dei peccati, col capo cosparso di cenere; questi infami figli di una
vacca magra ci vanno e godono. Anzi se non ci vanno stanno male. E quando
arrivano li vedi tutti baldanzosi che non vedono l’ora di spaccarsi di brutto
di addominali.
“Ehi ciao non ti
ho visto mica entrare” (da leggersi con voce grossa e cavernosa)
“Eh per forza,
sai ieri ho finito di lavorare sono venuto qui alle 20 e poi, una cosa tira
l’altra, quando ho riguardato l’orologio erano già le tre di notte e allora mi
son detto sai che c’è, tanto vale farmi apertura! Sono sudato da quasi 14 ore,
mi sento vascolarizzatissimo!!” (da leggersi con voce maschia)
“Wow che
fortunello, io invece guarda, oggi ho annusato per sbaglio una fetta di crostata
e allora mi sono fiondato qui, ciccio merdone che non sono altro”
“Bravo, che dal
naso alla pancia è un attimo”
“Infatti adesso
dovrei fare 16 serie da 25, ma ne faccio 20 da 50 con peso doppio così mi
punisco…atzzzz (verso da sollevamento) …utzzzz (altro verso da sollevamento)
mmm come godo…sento che mi si sta accavallando un muscolo, come mi piace!”
“Bravo che se
non si accavalla non serve a niente”
E intanto capito
io sono lì, attonito, che piuttosto che finire la serie di torsioni col bastone
mi farei calpestare da un esercito di ballerini di tip tap.
Che tra l’altro
andare in palestra, per te che sei un novizio, un nuovo adepto del circolo del
bicipite (praticamente un bicircolo), il confronto con gli altri è impietoso.
Tutti intorno a te vedi uomini enormi, che sollevano pesi dell’equivalente
della tua famiglia, zii e nonni compresi, dopo il pranzo di Natale; ma
soprattutto vedi donne, DONNE, picchiare il sacco da boxe con una forza e
un’aggressività tale da farti guardare nelle mutande, rendendoti così conto che
quei pochi centimetri di virilità ti sono rientrati, sono diventati retrattili
dalla vergogna, come ai cani. Se infatti, loro sono talmente grossi da doversi
dipingere addosso i vestiti non esistendo una maglietta in grado di resistere
alla sollecitazione dei loro avambracci da distruzione di massa, tu a mala pena
riesci a sollevare un decimo del loro peso senza sospettare di aver realizzato
per lo sforzo un inedito di Pollock nelle mutande.
Ultima cosa che
non riesco a tollerare delle palestre (anche se non dubito che l’elenco sia
incompleto) sono gli spogliatoi. OH
MIO DIO CHE SCHIFO GLI SPOGLIATOI!!! Perennemente umidi, sembra di cambiarsi
nelle paludi di Venezia. Immancabile la classica pozzangherina di broda
primordiale, viscida e insidiosa, che anche se non vuoi sfiori comunque con la
parte del piede che esce dall’infradito. Lebbra allo stato liquido. Ma
soprattutto il capello galeotto, o peggio il pelo pubico attaccato come un
monito alla parete della doccia, all’altezza delle spalle. Ora, quale cazzo di
legge fisica mi può spiegare il fenomeno?? Come fa un pelo di palla a finire
dietro la mia nuca??? Ad ultimo vorrei fare un appello. Bellissimi di rete
quattro, lavatevi. Non esiste che arriviate, grondanti di sudore, vi passiate
l’asciugamano a mo’ di Sindone sul corpo, vi rivestiate a salutiate l’allegra
combriccola.
Si perché care le mie belle ragazze che volate di fiore in fiore,
sappiate che ci sono dei ragazzi che fanno così, e si dà il caso che spesso
siano i più fisicati di tutti.
No lo dico perché nel caso perdiate la testa per
un bel marinaio dall’occhio ceruleo, con un addominale da réclame di profumo,
state in campana, che quello che potreste sentire, mordendogli il bicipite, potrebbe
non essere sapore di mare.