Come
promesso ecco le ultime cinque categorie di gente che non vorresti mai
incontrare sui binari della tua lunga vita da pendolare. Perchè il lunedì fa
già cagare di suo, non c'è bisogno che ci si mettano d'impegno anche gli altri.
1. LO SPELEOLOGO. Sedersi accanto a lui è,
se ci pensi un onore. Non a tutti, infatti, è data la possibilità di assistere
al ritrovamento di un prezioso reperto dell’antichità. L’oro dei nazisti, il
tesoro di re Atahualpa, i resti di un ominide morto durante la seconda glaciazione?
Un Vangelo apocrifo? L’arca dell’Alleanza? Questo e molto altro, il tutto ben
celato nelle sue labirintiche cavità nasali. Appena arrivato si siede, estrae
l’attrezzatura e, senza neanche bisogno di imbragarsi, si cala nella narice.
Che eroe, che coraggio, che dedizione. La ricerca, a volte, va avanti per ore,
impegnando anche più dita alla volta. Il segreto è non perdere la fiducia.
Quando tutto sembra perduto, quando oramai il poveretto è arrivato ad inserire
anche il polso, voilà, un meraviglioso topazio da tre chili e otto si stacca
dalla parete. Aaaaaaaah che gioia, che meraviglia vedere quando gli sforzi sono
ripagati. Nei giorni di sinusite violenta, poi, lo scavatore è anche capace di
portarsi a casa una serie di smeraldi verdissimi da diadema. Non mi si venga
poi a dire che in Italia non si fa ricerca.
2. L’USURPATORE. L’usurpatore è quello che
il posto te lo fotte. Ti sei alzato per andare un attimo al bagno? In un attimo
quello entra dal finestrino e hop, si siede al tuo posto. E quando torni si
spertica in scuse fantasiosissime, arrivando a negare persino che tu sia mai
realmente salito sul treno. Questa categoria è quella che odio di più. È
proprio quella categoria che passerei due volte al tritacarne prima di far
imbiondire in padella con uno spicchio d’aglio. I peggiori sono quelli che
trovi già seduti al tuo posto, nonostante tu abbia regolare prenotazione.
Quando gli fai notare gentilmente che si devono levare dalle balle, quelli ti
guardano con gli stessi occhi del cane legato fuori dal macellaio: “Eh
ma scusi sa, è che al mio posto c’era già qualcuno…abbiamo fatto cambio perché
mi dà fastidio essere seduto in direzione contraria al senso di marcia…possiamo
fare cambio, il mio posto è quello di fronte alla porta del cesso…sa lo facevo
così sto accanto a mio marito…per lei è un problema fare a cambio?”. No guardi,
per me non è un problema cambiare il posto con lei, per me è un problema vedere
il suo grosso culo sfranto dove dovrei essere seduto io. Io capito, io!! Io mi
sono rotto i coglioni a prenotare per tempo, a specificare di stare vicino al
finestrino, a scegliere di stare in testa in modo da essere vicino all’uscita e
poi arrivi tu, garrula testa di minchia, e ti siedi dove ti tira il sopracitato
culo? Ma io ti elimino, ti stermino, ti derattizzo. In confronto a me Francisco Franco faceva
l’animatore del miniclub a Minorca. Sa che c’è? Che uso la tua stessa scusa: mi
passa cortesemente le sue valige, che dovrei andare in bagno, ma sa, cosa
vuole, mi dà fastidio farla stando contrario al senso di marcia.
3. IL
CINOFILO. Premetto che amo molto i cani. Davvero tanto. Li preferisco
decisamente agli esseri umani. Ma vi prego, da animalista, se avete una bestia,
viaggiate in macchina. Che altrimenti a fine viaggio uno scende dal treno con
quella voglia inspiegabile di pelliccia. Il cinofilo è quello che si porta
dietro il cane persino in treno. Il problema è che rivolgendosi a te: “Scusi,
le dà fastidio se tengo Chicco qui con me?” il padrone canaglia non ti specifica
che l’amoresuodelcuore Chicco è un mastino inglese di 115 chili, registrato
all’anagrafe canina come Triceratopo, noto per produrre quel litro e mezzo di
bava densa come la colla da manifesti e che soffre di una gravissima forma di
aerofagia che gli deriva quando è costretto a stare troppo tempo in luoghi
molto affollati (e il tuo scompartimento è affollatissimo, che lo dico a fare).
O peggio ancora Chicco è un pincher nano, litigioso come una commessa del
supermercato, che si dimostrerà sessualmente iperattivo nei confronti del tuo polpaccio sinistro, con cui inizierà un rituale di accoppiamento senza
esclusione di colpi. Solo dopo il tuo ennesimo rifiuto, ci piscerà sopra, in
segno di spregio.
4. L’ANZIANO. L’anziano ha un grosso
problema: non sa esattamente la sua fermata. I parenti stronzi, che l’hanno
caricato sul treno, gli han detto: “Ascolta nonno, te sali, poi se non sei
sicuro della fermata….chiedi!”. Maledette cacche molli. L’anziano, che è uomo
di una volta, prende il consiglio alla lettera e inizia a chiederti quando è la
sua fermata, ancora prima che il treno parta. Una goccia che scava. E ogni volta che il
treno si ferma, gli prende la fregola. Fino a che non ti esaspera: “Mi scusi, ma come può pensare che
questa sia la sua fermata? Non vede che siamo fermi dentro una galleria?? O lei
è il nonno di Batman oppure vorrà dire che non siamo ancora arrivati, no?”. Che
poi, per colpa di una prostata ormai spessa come un copertone e il tremolio del
treno, l’anziano ha bisogno sempre di andare in bagno, tre o quattro volte. E una
legge tacita vuole che l’anziano non sappia mai dov’è il bagno. Così tu lo vedi
alzarsi lentamente ed allontanarsi, claudicante. Si fa sempre più piccolo ed
incerto. Cominci a preoccuparti quando questo, dopo 45 minuti
non è ancora tornato. Neanche fosse il tuo di nonno. Ma dov’è, dove non è, sarà
mica caduto, avrà incontrato dei malintenzionati. Lo riporterà al posto il
capotreno, dicendo che l’hanno trovato coi pantaloni abbassati che provava a
fare la pipì nel cabinotto della centralina elettrica.
5. IL
MANIACO. Una categoria trasversale nella vita. Il maniaco è quello che ti
fissa per tutto il tempo, ancora prima che tu abbia obliterato il biglietto. Si
siede il più vicino a te, ma non così vicino da invadere il tuo spazio di allerta.
Ti guarda e tace. Non sbatte nemmeno le palpebre. All’inizio ti chiedi se sta
guardando te o qualcun altro, se magari è perché ti spunta dal naso un
faraglione di Scopello. Nel modo più discreto possibile allora ti controlli
nell’ordine: naso orecchie bocca capelli guance collo spalle petto mani gambe.
Niente. Tutto sembra normale. Ma quello continua. Che poi lo sai benissimo che
il modo migliore per evitare i pericolo è non guardarlo, ma tu, idiota, non
riesci a fare a meno, è più forte di te, come da bambini quando ti dicevano di
non guardare fisso il sagrestano che aveva la gobba. E invece tu guardi, e non
appena si instaura il contatto visivo è finita; il maniaco si sente autorizzato
ad avvicinarsi ed attaccare bottone con le frasi più patetiche. Farà di tutte
per farvi parlare, per sapere cosa fai, dove vivi, cosa studi, se sei
fidanzata, dove lavori, quali sono le tue passioni, i tuoi sogni, i tuoi
hobbies. Provate a rispondergli “Ho la passione della carne umana, soprattutto
alla brace”. Magari capisce l’antifona (in caso contrario, sconsiglio di
accettare l’invito a pranzo).
6. L’undicesima
categoria è SPECIAL ONE e sta fuori
dalle dieci perché non rientra esattamente nella lista. Sto
parlando dei COMATOSI. I comatosi
sono i peggiori compagni di viaggio da avere, perché sono i tuoi compagni di
viaggio, cioè sono i tuoi amici, quelli che fanno il tragitto con te tutti i
giorni. Tu ti aspetteresti da loro un qualche appoggio, invece questi appena si
siedono di fronte a te, perdono i sensi. Cadono in uno stato di coma
semicosciente: si svegliano solo all’arrivo del controllore, alla terza
fermata, e sette minuti prima dell’arrivo in stazione. Per il resto nisba,
buonanotte suonatori. Questi sono i peggiori perché ti abbandonano, ti lasciano
da solo contro tutti. Guarda bastardo che se volevo viaggiare in compagnia di
una salma, mi facevo dare uno strappo da mio zio, che ha una ditta di pompe
funebri.