Sento che è
venuto il momento per me di fare un tributo come si deve al più grande dei
grandi, al primus inter pares, al Poeta. Sto parlando del Max nazionale. No,
non mi riferisco a Massimo Giletti e nemmeno a Max Tortora. Ma solo a lui, all’unico
vero ed inimitabile Max. Quello che ha cantato la nostra vita e in cambio vuole
solo 20euroesettanta per l’ultimo cd (occhio Max, chè va bene tutto ma la corda
dopo un po’ si spezza). Ho sentito di dover celebrare ‘sto gran pezzo di musica
italiana dopo aver letto un bell’articolo sulla semantica di Pezzali e dopo
essermi posto la domanda: ma perché Max è il più grande cantante degli ultimi
centocinquant’anni?
1.
LA
RAGIONE DEL SUO SUCCESSO. No aspetta, non avete capito, mi sono spiegato
male. Tra LA e RAGIONE ci deve essere una virgola. La, ragione del suo
successo. Lontano dalle pretese canore e stilistiche superflue, ma sempre
fedele alla regola che squadra che vince non si cambia, Maximilione ha capito
che scrivere tutte le canzoni con la stessa tonalità è la via. E così, da trent’anni
a questa parte, sono passati il groppo in gola il cuore che batte i tacchi alti
e la gonna corta, ma lei no, la nota accessibile, la nota musicalmente
nazionalpopolare è rimasta. Diventando marchio di fabbrica inconfondibile. Se la
scelta sia stata legata alla scarsa disponibilità di ottave del cantante o ad
una precisa Weltanschauung artistica è un segreto che si porterà Repetto nella
tomba.
2.
KARAOKEY.
Il secondo motivo si ricollega al primo. Max non è solo Profeta e Poeta. È anche
uomo umile e modesto. Per questa ragione si è sempre guardato bene dallo
sfoggiare le sue innegabili doti canore (no Max, avere tre cani non vuol dire
avere doti canore….). Perché Max quando canta è l’uomo qualunque, anzi è l’uomo
chiunque e come tale chiunque può cantare come lui. Vi sfido infatti a
partecipare ad un karaoke in un qualunque sabato sera presso un qualunque bar
lungo tutta la nostra penisola senza che qualcuno proponga un “Nord sud ovest
est” o “Hanno ucciso l’uomo ragno”. Vi sfido. Tra l’altro la vittoria è
assicurata, proprio perché non conosco persona al mondo che canti male una canzone
di Max e così anche chi è stonato come un’autoambulanza, che durante questi
eventi si sente emarginato, può godere di quattro minuti e venti di gloria
pura, grazie anche al coro di voci galvanizzate che sempre si solleva durante
una sua canzone (grazie Max).
3.
L’ABITO
NON FA IL MONACO. Altro motivo di stima assoluta di Max è senza dubbio l’aspetto
fisico, che diciamo che rema un po’ contro. Non è, infatti, facile riempire
palazzetti e far cantare un popolo intero vestendosi come un magazziniere di
una ditta di laminati. Eppure Lui ce l’ha fatta, checché se ne dica. Già da
ragazzo il nostro eroe non era esattamente un adone che ti scalda come un
termosifone (nonostante all’epoca intasasse alcuni suoi video di astrofighe da
maneggio…dai Maxxi, non sei credibile, abbassa un po’ il tiro). Poi il tempo è
passato. Come una mototrebbiatrice. E a ben vedere ha fatto anche retromarcia
diverse volte. Nonostante sia senza capelli, abbia delle occhiaie da violenza
domestica e si sia inspessito come un piumino invernale, ha avuto comunque il
coraggio di presentarsi a Sanremo e di organizzare un tour lungo un sogno. Max
è l’uomo che non ha paura di invecchiare e di mostrarsi così com’è (sì Max, ma
se continui così la paura poi ce l’hanno gli altri).
4.
SE SOLO
AVESSI LE PAROLE. E Max ce le ha. Cazzo se ce le ha. Sempre giuste. Sempre esatte.
Lui conosce la vita e te la racconta. Ti insegna la tua esistenza. E canta ciò
che ti è capitato o ti capiterà. È un po’ come gli oroscopi di Paolo Fox. E tu
quando lo ascolti non puoi fare a meno di dire “Porca vacca è proprio vero..è
proprio così..sto cazzo di Peugeot in salita fa una fatica da porco che mi
tocca scendere e spingerlo io da dietro, che poi mi costa un totale di
RCAuto..la prossima settimana mi faccio l’abbonamento ai mezzi”.
5.
MAXKETING.
Max è l’unico artista che ha capito la forza coagulante delle canzoni brutte. Scientemente
ha deciso, da un po’ di tempo a questa parte, di fare canzoni oggettivamente
imbarazzanti (Maxi tuttoaposto??). Ovviamente questa non è altro che una mossa
di marketing brillante. Infatti tutti i fans, non appena hanno sentito ‘ste
vaccate allucinanti hanno gridato tutto il loro dolore come fanno i gabbiani
quando vanno a morire e si sono rifugiati nelle vecchie canzoni, unico lenitivo
alle ferite musicali inferte dal loro idolo. Ma si sa, Max ha costruito tutta
la sua carriera sull’adagio “si stava meglio quando si stava peggio” e il suo
sostenitore medio è intrinsecamente convinto di questa verità. Max non fa altro
che rafforzare in loro tale convinzione, che il passato è sempre migliore del
presente, che tutto passa e tutto se ne va e che, in definitiva, “si stava
meglio quando si stava Max”.
6.
MAXIMA
COERENZA. Parliamoci chiaro. Pur essendo il cantante della Verità,
Maximilione non ha mai avuto dei gran contenuti: amici, birra, motori, patata,
due di picche, abbandono, patata, inadeguatezza, amore, nostalgia e patata (o
nostalgia della patata, vedete voi). E questa scelta l’ha portata avanti
sempre. Non è di quei cantanti che si svegliano una mattina e decidono di
impegnarsi. Di darsi un tono perché alla fine se sulla carta d’identità mi
faccio aggiungere che sono anche intellettuale entro gratis al cinema il
martedì e il giovedì. Voglio dire, uno può uscire da Amici e poi avere la
pretesa di cantare di bolle speculative sui titoli immobiliari, disoccupazione
strutturale e del Mistero dell’Immacolata Concezione? Bah. Max invece no, non è
sceso a compromessi. A costo di scrivere delle banalità disarmanti, non
tradisce mai. Piuttosto scade nel bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. E sono
convinto che va ancora a ballare al pomeriggio e che il sabato pome gira ancora
per Pavia a fare le penne, anche se il medico gliel’ha sconsigliato per via
dell’ernia.
7.
PETER MAX.
Max Pezzali come Peter Pan. Tutti quelli che non vogliono crescere, che
giocheranno a calcetto tutta la vita, che organizzeranno le cene di classe
anche superati i cinquanta, che rimpiangeranno i Pokemon e il Gameboy color trasparente
(o nell’improponibile versione viola), che rimpiangeranno la terza liceo, che
si racconteranno per la trecentonovantesima volta degli scherzi fatti in gita
di classe, che rimpiangeranno l’estate caldissima come condizione permanente
dell’anima, che si lasceranno tentare dal rifarsi il codino, dal rimettersi l’orecchino,
dal risentire una ex, dal riesumare il lettore cd portatile, dalle AirMAX (è un
caso??????io credo di no), dalla cintura con la fibbia modello cintura di
sicurezza dell’aereo e dal Bacardi al limè non potranno che amare Max per tutta
la vita, perché, lui l’aveva già capito, eravamo felici ma non lo sapevamo.
Bell articolo
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