domenica 6 aprile 2014

PICCOLA STORIA NOBILE SULLA DIVERSITÀ DI GENERE


Mi piacciono i parchi. Specialmente di domenica e specialmente di primavera perché si riempiono di bambini. No, non ho delle deviazioni sessuali. Mi piace e basta perché torno bambino.

Ecco allora che ci sono quelli sullo scivolo, i giocatori di nascondino che poi spariscono veramente, vittime di un rapimento con destrezza in pieno stile zigano, il bambinone spumone ciccione che pretende di essere spinto dal nonno più secco di un callo del piede di un tuareg.

E poi c'è lui.
L'instabile bambino in bicicletta.

Lui mica ci vuole andare in bici. Sono i genitori che lo costringono. Perché sennó il ragazzino si isola. "Se vai in bici hai amici". E così il traballante bambino viene piazzato sulla bici, ovviamente avvolto da un triplo strato di protezioni: caschi, parastinchi, ginocchiere, gomitiere, guanti, sospensori. Praticamente potrebbe girare in bici serenamente ad Hiroshima. Comunque. Il bimbo parte. È incerto ma parte. Traballa. Pedala. È in equilibrio. Formidabile. Ci prende confidenza. Veloce, sempre più veloce. Affronta una discesa. No bimbo, mi sembra prematuro, io mi limiterei al falsopiano.... Come non detto. La ruota dietro perde aderenza e il pargolo striscia per tre metri buoni. Urla. Grida. Sembra uno stormo di gabbiani su un peschereccio. I genitori apprensivi corrono sul luogo dell'accaduto. E qui si dispiega il miracolo. Lotte improbe di generazioni in nome della parità dei sessi sbugiardate in un attimo. La mamma prende in braccio il bambino: "amore oddio amore dimmi come stai? Che hai fatto? Stai bene? Vieni che mamma adesso ti guarisce la bua!". Il papà, invece, un genio. Corre anche lui agitatissimo verso il figlio. Ma con movimento repentino sfila da sotto il bambino la bici, mette giù il cavalletto e inizia a sincerarsi delle condizioni del mezzo meccanico. Dopo qualche minuto si tira su tutto soddisfatto e, portandosi dietro la bici, mormora: " Per fortuna che sei caduto di lato,  che ti ho cambiato ieri il manubrio, e mica ci torno da quell'aguzzino del biciclaro, che mi sei costato un botto".

La vita, nella sua diversità, è piena di gioiosi miracoli.

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