mercoledì 13 marzo 2013

I MILLE DUBBI SUL CONCLAVE





Io non tollero speciale Conclave. Ora io non so il motivo di questa cosa, ma a me il Conclave fa impazzire. Cioè, al di là della religione, della fede e di tutti i Cristi ovunque dispersi. A me piace proprio come momento. Non so come mai. Forse perché mi da l’impressione di assistere ad una cosa antica. È come fare un salto all’indietro. E poi è rassicurante perché è una roba che tu vivi ed è sempre uguale e ti fa rivivere il passato. È come quando fai le foto con una macchina fotografica istantanea, di quelle che sembravano soprappeso, che poi sputavano la foto e tu dovevi scuoterla come una tovaglia per far uscire l'immagine. Oppure quando ritrovi il vecchio walk-man, dal peso di un forattino, e ti metti ad ascoltare l’audiocassetta (anni che non scrivevo questa parola) e ti commuvi a sentire la musica lievemente distorta e ricordi la formidabile fatica di mandare indietro la canzone e beccare esattamente l’attacco che ti piace. O ancora quando ti ritrovi a guardare una videocassetta col video registratore e la risoluzione è quella di una scacchiera per la dama e continui ad interrogarti come fare a far sparire la riga nera tremolante che tagliava inevitabilmente lo schermo.
Ecco, è un po’ così. La sensazione è un po’ quella. Poi diciamolo, se il vintage va di moda ora, sto stuolo di cardinali è sul pezzo più di chiunque altro! Mille anni con la stessa roba addosso. Ohi va bene il taglio classico e tutto. D’accordo che magari sdoganare la mini gonna talare potrebbe sembrare inopportuno se non blasfemo, ma una via di mezzo la si può trovare. Che so, passare dal rosso al pois. O magari la chierica con la cresta da Moicano, come i burla-cappelli che si mettono gli sciatori estrosi. O ancora meglio le babbucce che fanno i suoni, come le scarpe della Bull Boys, che citano frasi di Ben Hur. Così, per intimidire i peccatori.
Poi il Conclave mi ha sempre posto davanti a quesiti irrisolti. A me sta cosa che stanno chiusi dentro mi confonde ogni volta che ci penso. Per esempio, ma se uno di loro deve andare in bagno, dove va? Ci son dei bagni? Ma quanti sono? Perché va che son tanti tutti quei cardinali, e vista l’età media può anche darsi che  la prostata lasci a piedi qualcuno. Oppure, mangiano? Ma dove? In Cappella Sistina direttamente? Non è che poi a uno casca un bucatino e mi macchia di pomodoro un affresco inestimabile di Michelangelo? Ma soprattutto, dove gliela cucinano la roba? Mi volete dire che c’è una cucina dentro la Sistina, o allestiscono una cucina da campo tipo “Camping Mirella” a Gatteo Mare? Oppure, i telefonini se li possono portare o vanno lasciati fuori? O magari come a scuola va bene, ma spenti, al massimo col vibro? Che poi, ci sarà campo? (evito ogni triste battuta sul camposanto, che mi sembra poco consona). E ancora, questi dove dormono? Ci son dei letti? Delle brandine? Hanno i sacchi a pelo e dormono assieme come nelle occupazioni studentesche? Mah.
Sono dubbi da uomo piccolo, mi rendo conto. E davanti ad eventi così grandi a volte è meglio fare un passo indietro. Su questi uomini del resto sta la responsabilità enorme di dover fare la Storia e di dover decidere del futuro della Chiesa. Mica pizza e fichi. Che poi, vista la congiunzione storica, sta scelta vale doppio. Si perché, dopo Sanremo che ha lasciato insoddisfatti gli ascoltanti, dopo le elezioni che stanno facendo penare i votanti, non è possibile che il Conclave elegga un Papa che sconcerti i credenti. Non possiamo sbagliarli tutti e tre. Sarebbe l’en plein della disperazione. Dopo non ci resterebbe che una cosa.  Dare ragione ai Maya. Il mondo sta finendo. Ma non ci avevano avvisato, il mondo finisce a rate.
 I.N.T. SPECIALE CONCLAVE

Nessun commento:

Posta un commento