venerdì 22 marzo 2013

SFOGO INTOLLERANTE




Io non tollero quelli che ti parlano alle spalle. Tutti noi abbiamo almeno un amico, un conoscente, una persona, che sappiamo parlare alle spalle degli altri. Sono tipo come i pappagalli dei pirati. Ti stanno sulla spalla e ti fanno compagnia, ma intanto ti cagano lungo la schiena. Sono davvero persone insopportabili. Torbidi e maligni come le pozzanghere sui cigli delle strade quando passano le automobili. Infidi come il gradino che ti aspetti salendo le scale, ma che in realtà non c’è, e che ti fa mettere un piede in fallo e ti sdraia a pelle di vacca texana sul pavimento. Sono quelli che “no tesoro guarda stai benissimo, il ciclamino è proprio il tuo colore. Poi abbinato a queste panta dorate sei la fine del mondo” e poi dietro “cioè ma l’hai vista quella?! Ma si veste con la catapulta o ha addosso quella roba perché ha perso una scommessa?? Cercano per caso personale al circo Togni e stai andando ad un colloquio?”.
O magari “no guarda, ma ti pare, son tutte voci, non dargli retta. Io lo so che sei una ragazza seria e profonda. Lo so io e se ne accorgeranno anche loro!!” e però pensa “sese bella, sei profonda come il pozzo dei desideri, maiala! Che hai visto più piselli tu che la zuppa del Casale della Findus! Che c’ha più corna il tuo ragazzo che un negozio di trofei di caccia!!”. Il problema è che tutto questo a te non lo dice, che magari un bel gavettone di realtà ti farebbe bene, ma chiaramente non perde occasione per dare la sua vera versione delle cose. E quando tu lo vieni a sapere è come scendere in picchiata dalle torri gemelle di Mirabilandia. Ci resti. Cominci, allora a fare la conta di tutte le cose che ti ha detto e non ti ha detto e non riesci a tenerne il conto. E magari, capito, tu gli hai raccontato le peggio cose della tua vita ( dalla mano lunga di zio Adalberto, che sarà stato anche cieco, ma andava sempre a colpo sicuro, fino a quella volta che per scommessa, da ubriaco hai intinto il cornetto nell’acquetta salmastra del vespasiano di un autogrill). Se pensi poi a quanti ha raccontato gli affari tuoi, ti viene voglia di volare a Casablanca, cambiare nome faccia, sesso, razza, comprare una bara, scavarti una fossa, organizzare il tuo funerale e poi spararti.
La cosa ideale sarebbe, in realtà, la vendetta. Un bell’occhio per occhio come andava una volta. Andare in giro a raccontare tutte le oscene meschinità e le disgustose bassezze di quell’orrida scoreggia di lumaca. Puoi anche cominciare, ma ben presto ti arrendi, perché ti rendi conto che non puoi farcela. È fisicamente impossibile, infatti, parlare alle spalle di una persona che ha la faccia come il culo. Tecnicamente, gli sei sempre di fronte.

SFOGO INTOLLERANTE

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