venerdì 1 novembre 2013

HALLOWEEN E I MORTI BEVENTI



Da qualche ora è passato anche Halloween, razza di ubriaconi che non siete altro. Per alcuni questo ha coinciso tra l’altro con la fine degli esami e il binomio gli è stato fatale (in tutti i sensi). Alcool e morti viventi. Anzi, alcool e morti beventi. Si vede che sottoterra fa particolarmente secco e c’è bisogno di oliare le ugole. Devo ammetterlo, ho sempre faticato a capire la festa, o meglio, la dinamica con cui si sviluppa. Voglio dire: è la festa dei morti no? Bisognerebbe fare paura no? Spaventare, richiamarsi al mortifero, al satanico, all’oscuro, no? Bene. Allora non capisco perché per Halloween le donne si vestono da sexylatexstregaslavecumblowjob, mentre gli uomini sembrano degli idioti allucinanti.
 Le prime si mettono dei completi che risvegliano davvero i morti viventi (altroché rigor mortis), strette in corpetti da mucchio selvaggio tutto nudo e tutto caldo, con dei tacchi d’alta quota che gli fanno un seno da porto d’armi e un culo che più che a mandolino è tutta la Filarmonica di Berlino. Se uno da morto fosse veramente così, al cimitero ci sarebbe la coda e il becchino dovrebbe chiamare il numero con l’altoparlante come dal salumiere.
 Gli uomini no. Gli uomini invece sembrano dei notevoli imbecilli. Li vedi poveroni che sembrano dei cretini, col vestito raffazzonato su, con metà roba loro, metà è prestata, una parte è riciclata da un Halloween passato e un’altra fa parte palesemente di un vecchio costume di Carnevale ritrovato chissà dove. Più che spaventosi sembrano dei senzatetto sciancati con su i vestiti della Caritas.
 Che poi il maschio ad Halloween caccia fuori sempre i soliti tre travestimenti. Number one: IL VAMPIRO, con i patetici canini finti che li fanno parlare tutta la sera come quelli a cui si è gonfiata la lingua per una reazione allergica alla frutta secca e il rigolino di sangue dall’angolo della bocca, che si vede anche da notevole distanza essere di fattura ipercasalinga (pennarello o i più arditi tempera). Il tutto corredato dal misero mantello nero, residuo di un costume di Zorro di quinta elementare che nel corso di tutta la serata provocherà una lieve ipossia (se non altro si risparmia sul cerone bianco).
 Number two: IL JOKER, che dalla morte del suo più noto interprete (pace all’anima sua) è diventato un must in ogni Halloween. Il costume da Joker è insidioso perché è quello che presenta il più evidente divario tra il “com’è” e il “come dovrebbe essere”. Si parte carichi da matti, al pensiero che “massì faccio il Joker che è una cazzata, un po’ di trucco, la giacca, il sorrisone…taaac! Vedrai che mi manca solo l’Oscar”. Se, BAU! Dove cazzo la vuoi trovare una giacca viola??anzi un intero completo, cretino? Così il tentativo naufraga in una passata di bianco sul viso, il sorriso orridamente asimmetrico e i capelli inamidati da una bomboletta che prometteva colore istantaneo.
Number three: LO ZOMBIE, che dato che è morto è buono per tutte le stagioni. È proprio il costume della pochezza, di quelli che porca boia mi son trovato all’ultimo a dover andare alla festa e ora che minchia mi metto. Lo zombie è il costume vincente perché basta una mano di cerone, un po’ di sangue stilizzato, un paio di cicatrici fatte con la matita e oplà, fatto! Poi sotto ti puoi mettere quello che vuoi, dalla tuta (eh sai, sono morto sul divano) ai knickerbockers (eh sai, sono morto in un’escursione in montagna) che tanto una cazzata qualunque te la inventi.
Devo essere sincero, certe cose, non so perché mi mettono un po’ di tristezza tipo:
·         Le cicatrici finte disegnate sulla fronte con una riga orizzontale e quattro verticali
·         Le maschere da strega di plastica verde coi buchini per gli occhi
·         Il cappello da strega nero con la punta che si sminchia subito e sembra depresso
·         Le ragnatele finte che certi locali coraggiosi esibiscono tutti gli anni dal 1906
·         Il flyer della festa “dead or alive” con sullo sfondo mani di zombie protese tipo The Walking Dead verso un bicchiere di mojito con sotto scritto “15 euro entrata e free drink” (no guarda, non so perché ma non credo francamente che questa sarà la festa più spaventosa della stagione)
Ma alla fine l’importante è bersi addosso così tanto da essere a posto fino a Natale.
Un’ultima cosa. Onore al merito: un messaggio che mi ha fatto concludere la serata in bellezza e che è stato per me fonte di ispirazione, perché non è giusto dimenticarsi ad Halloween di “gente come me che finisce di studiare a quest’ora, esce e non capisce più un cazzo, pensa di essere a Gotham City tra tipe che sembrano bulgare sulla Romea il sabato sera e joker boys”.

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