lunedì 25 febbraio 2013

I.N.T LE ELEZIONI: L'AUTOCRITICA


Io non tollero le elezioni 2. L'autocritica. Oggi sono andato a votare. C’era il sole. Strano, non so perché ma mi sembra che tutte le volte che sono andato a votare ci fosse il sole. Che a fine giornata uno poi si renda conto che il Sole se ne è andato e son rimaste invece le sòle, questo è un altro discorso. Insomma, vado a votare no? E tutto era più pulito. Le gocce di unto del saccone dell’immondizia che sporcano il pianerottolo quando la vicina lo porta fuori sembrano meno incivili; l’infame guidatore che fa esplodere il clacson mentre attraverso sulle strisce sembra più gioviale, quasi beneaugurante; anche la cacca di cane che pesto poco prima di entrare al seggio, che quel gran figlio di una giostraia non ha raccolto, sembra puzzare meno, sembra quasi cordiale. Al seggio ci sono molte persone, più di quelle che credevo. Davanti a me tre allegri anziani, di 70, 77 e 82 anni ( praticamente come i numeri delle figurine). In tre hanno più anni della stessa Italia unita. In tre hanno otto denti e due chili e sette di prostata. E mentre sono in loro amabile compagnia mi domando: ma come è possibile il cambiamento? Nel senso, in un paese come l’Italia, che sembra un ossario a cielo aperto, come può cambiare la politica se i votanti sono gli stessi da 70, 77 e 82 anni?? Ecco il problema, vuoi vedere che son i vecchi il problema!! Porca miseria ce l’ho fatta, ho risolto il rebus. Il problema sono i vecchi che votano. Che tra l’altro non se ne perdono una. Saranno le mele cotte, ma son regolari come intestini. Votano sempre, immancabili. Grande, grande, ho pensato, ora torno a casa e denuncio la scoperta; se poi uno ci pensa la statistica è schiacciante: il mio voto, da giovane, da uomo pulsante che mastica la sua epoca, viene assorbito dal signor Elpidio, il settantasettenne, con il suo voto che odora di canfora, e al netto di questo restano ancora i voti dei due attempati soci del fanclub del Tenente Colombo di Bagnacavallo. Tre voti contro uno, praticamente bullismo elettorale.

Esco di corsa tutto eccitato per la scoperta e per poco non vengo messo sotto da una decapottabile blu metallizzato che fa ballare tutta l’aria sulle note dell’intramontabile STRIP POKER del profeta dell’amore Doctor 69. Al suo interno tre splendidi, in occhiali fluo di ordinanza, con la tuta da principe della strada e Gazzetta dello Sport distesa come un lenzuolo matrimoniale. Il guidatore rigorosamente al cellulare con “Papi” che non ha fatto il pieno alla macchina e non gli ha ancora fatto la ricarica. Scendono al ritmo meraviglioso delle loro tre bocche biascicanti, che, anche solo per il fatto che i denti all’interno sono tutti loro, potrebbero fare invidia al biascichio della Triade del polmone d’acciaio che ho appena lasciato al seggio. Uno dei tre, prima di entrare si volta e fa: “oh bel, se stasera vinciamo il derby lo voto anche Papa” (giuro mi possano cadere ora le orecchie in una padella di cime di rapa). Allora l’illuminazione. Non sono i vecchi che affossano il paese. Ma questa gente qua. Voglio dire, tu vai in cabina elettorale e sai che il tuo voto vale come il loro, né più né meno del tuo. Un solo pensiero ha attraversato la mia mente. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! Esattamente questo. Un urlo a bocca chiusa. No raga non scherziamo. Questi a malapena riescono a compilare gli spazi sulla prima pagina dei quaderni ( e alla voce materia hanno il dubbio se mettere algebra o carta riciclata) e la loro preferenza vale come la mia??? Sarebbe come dire che un parere in fatto di navigazione ha lo stesso peso, che a dartelo sia Cristoforo Colombo o il capitano Schettino (voglio dire, il primo ha scoperto l’America, il secondo che a riva si tocca). Ecco il punto. I voti pesati. Bisognerebbe fare una legge per cui a certa gente il valore del voto venga dimezzato. Ti compri gli occhiali da sole che al posto delle lenti scure hanno le listarelle di plastica? Il tuo voto vale la metà. Sei uno di quelli che in autostrada butta le cartacce fuori dal finestrino dell’auto in corsa? Bene, il tuo voto vale un quinto. Sputi per terra quando fumi perché fa così irresistibilmente figo? Il tuo voto vale un terzo.

Aaaah! Che gioia! Ho la chiave di volta per risolvere definitivamente i problemi di questo paese. Sono corso a casa, con la foga di chi ha trovato un tesoro inestimabile. Ma proprio sulla soglia di casa un pensiero mi trapassa il cervello. Oddio. Tre anziani, tre giovani. Tre voti vecchi, tre voti nuovi. Tre voti vecchi mangiano tre voti giovani. Il totale è zero. Il totale è zero. O meglio, uno. Resta ancora il mio. Oddio..vuoi vedere che il problema di questo paese…sono invece io?
I.N.T LE ELEZIONI: L'AUTOCRITICA

1 commento:

  1. E a fine di questa giornata elettorare mi sento uno schifo .
    Consapevole che io vivo in un paese che non comprendo

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