martedì 16 aprile 2013

UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA

Ringraziamo la nostra Lettrice Elena che ha deciso di sfogarsi e condividere con noi e con voi la sua intolleranza : 


Io non tollero la metereopatia.
Sì, perché quest’anno con il meteo proprio non ci siamo. Voglio dire, siamo quasi a metà aprile, e non so voi ma io ogni mattina, ancora avvolta dal torpore notturno, mi piazzo davanti ai tendoni oscuranti (stile Dracula) della mia finestra, incrocio le dita, accarezzo un peperoncino portafortuna, trattengo il respiro e saltello su un piede solo, pregando che quando la scosterò, verrò illuminata da un raggio di sole.
E invece NIENTE.
Niente, da mesi a questa parte: quando va bene, la mia pupillla nemmeno si accorge che sarei teoricamente passata dal mondo zombie total black a quello reale: il cielo è grigio topo, le nuvole sono addensate come riccioli di polvere proprio sopra casa (che poi qualche dubbio che la nuvola di Fantozzi abbia prescelto un sostituto del suddetto Ragionere da perseguitare, e che quel sostituto sia io, un po’ mi balena per la mente), e probabilmente persino gli Inferi danteschi hanno un tocco di colore in più.
Ma il bello arriva quando la stagione dei Monsoni decide di sfogarsi proprio sulla tua città, perché probabilmente il Sud-est asiatico è diventato mainstream, e allora perché non spostarsi in nuovi imperdibili lidi da innaffiare? Mediamente il diluvio universale colpirà il povero malcapitato che ha abbandonato per sbadataggine l’ombrello nel luogo più banale di questa terra (nel quale lo ritroverà soltanto quando sarà stato ben inzuppato da fiumi di H2O): accanto alla porta di casa, in macchina (solo se questa viene rigorosamente parcheggiata a chilometri di distanza dal luogo in cui il suddetto soggetto si trova al momento dello scoppio dell’acquazzone), nel portaombrelli del ristorante che, non si sa come, ha la capacità di raccoglierne molti e di restituirne pochi, e il tuo non è mai tra quelli. Ci saranno donne che dopo essersi piastrate i capelli a mo’ di Barbie si ritroveranno con la folta chioma di Einstein e l’eleganza di un cespuglio di rovi accoppiatosi con un Mocio Vileda; e bambini che torneranno da scuola dipinti di fango come marines.
Quest’anno, però, ci si è messa anche la neve: per Pasqua qualcuno ha ancora regalato panettoni e pandori al posto dell’uovo e ha snobbato le tradizionali grigliate di carne per scendere in cantina a riesumare gli scatoloni delle decorazioni natalizie, tanto a guardare fuori dalla finestra non se ne sarebbe accorto nessuno.
Tutto questo lascerebbe indifferenti un eremita solitario dedito all’ascetismo, uno studente universitario in piena sessione esami che è ormai diventato fotosensibile, reagisce come i vampiri alla luce del sole e si sente molto vicino ai protagonisti del mito della caverna di Platone,  e il Colonnello Giuliacci, che anzi è probabilmente intento a sfoderare nuove danze della pioggia per incrementare lo share.
Il problema riguarda l’uomo comune: da Ottobre è ormai solito indossare maglioni di lana cotta, pelli d’orso e scarponcini con ciaspole incorporate, e nonostante ciò, con una cadenza media di due settimane, si ritrova raffreddato come un dugongo; ovviamente questo è dovuto al fatto che il giorno in cui si barda a mo’ di soldato napoleonico durante la campagna di Russia, la temperatura salirà di mezzo grado, e il giorno dopo l’audace condottiero si abbandonerà all’illusoria speranza che l’eterno inverno sia finito ed estrarrà goduto dall’armadio un maglioncino di cotone. ILLUSO.
Comunque, sarà anche vero che una rondine non fa primavera, però oggi mi pare di averne vista una svolazzare là fuori, e mi piace pensare che finalmente ci siamo. Etciù.
I.N.T. DEL LETTORE 

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