giovedì 3 gennaio 2013

IO NON TOLLERO QUELLI CHE FANNO JOGGING

Io non tollero quelli che fanno jogging. Sono una categoria di persone verso cui l'odio sociale non sarà mai abbastanza veemente. Sono una piaga sociale al pari dell'analfabetismo primario e delle condizioni igieniche dei bagni dell'autogrill. Una cosa per cui ci vorrebbe proprio un plotone di volontari che salvi questa gente da se stessa e dalla strada.
Non tollero il jogger (no, ma dai, seriamente, si chiamano così???no dai vabbe..) perchè, per prima cosa, è un feticista del proprio corpo. Ma di parti del corpo senza un senso. Io li vedo, che si trovano prima o dopo la prestazione a fare delle sedute di petting verbale.
"Mmm Giovanni, hai visto che polpaccio prepotente ho? Ci puoi grattugiare la bottarga."
"Uau, hai proprio ragione..me lo faresti leccare?"
" Certo, solo se tu prima mi fai dare una ciucciata al tuo tendine di Achille che sembra una corda di violoncello!"
"Oh, adulatore!!! Lo sai che per avere le tue caviglie venderei mia nonna alla mafia cambogiana del traffico di organi!!"
"Beh, e vogliamo parlare dei miei adduttori? Guarda che con queste bestie riesco a strangolare una coppia di donnole adulte."
Disgustoso. Davvero disgustoso. E' chiaro che dopo questa serie di preliminari, non mi stupirebbe vederli tentare di accoppiarsi con una scarpa da tennis.
Non tollero quello che fa jogging anche perchè tende a credersi una promessa rubata al mondo della corsa. A sentire lui, Dorando Petri è Pietro Gambadilegno. Prepara allenamenti dai ritmi disumani con tempistiche da campo di lavoro sovietico: un'ora di stretching, quaranta minuti di scatti, otto ore di corsa, centosettanta serie di gradoni. Tutto in previsione della corsa cittadina di primavera, che viene considerata il vero banco di prova e attesa dallo stesso come le Olimpiadi (con la sola differenza che madrina della corsa è Erminia Nazionale, neomelodica di Battipaglia, parente di una truccatrice di Sanremo, e che i ricchi premi sono una porchetta da 112 chili, un buono per una mensola al Paradiso del Mobile dei fratelli Scafoni e sei bottiglie di lambrusco di produzione parrocchiale).
Ogni jogger che si rispetti, poi, ha un vero e unico idolo: la maratona di New York. "Si perchè vedi, farla sarebbe il mio grande sogno...cioè il coronamento del mio impegno e della passione...". Ogni anno sembra l'anno giusto per andarci. Dopo qualche mese, però, l'anno giusto diventa sempre quello successivo.
Progettano il viaggio e te lo descrivono nei minimi dettagli e all'ultimo momento rinunciano per i motivi più idioti, del tipo che si scoprono non poter soffrire l'aereo. Ehi campione, che ne dici di fartelo a nuoto? o magari se aumenti un po' gli allenamenti puoi andarci correndo sulle acque!!
Nella vasta gamma di individui che corrono due categorie non tollero in particolare.
I CORRIDORI ALPHA
I corridori alpha sono belli. Ma non solo nella vita, anche mentre corrono. Intanto non sudano. Mai. Possono farsi la Parigi-Dakar in salita, controvento, che rimarranno asciutti come lenzuola stese nel Sahara. Indossano sempre una tuta attillatissima, che praticamente gli viene applicata sul corpo scultoreo tramite bomboletta spray. Lei sfoggia delle culotte così strette che il culo dopo la prima mezz’ora comincia ad avere attacchi di claustrofobia e una maglietta fatalmente aderente, che lascia intravedere un capezzolo largo come una tazzina da caffè, che distrae gli uccelli durante la migrazione. La coda di cavallo è d’ordinanza e, soprattutto, non sorride mai.
Lui ha la scarpa da tennis che vive di vita propria, il fantasmino di spugna per evitare le vesciche grandi come piscine gonfiabili, la suddetta tuta da Power Ranger, l’occhiale da sole schermato e sette polsini nella seguente disposizione: uno sul polso destro, due alle caviglie, uno sopra i gomito sinistro, uno sulla fronte, uno intorno alla capitale dei Paesi Bassi e l’ultimo nella fessura delle chiappe, per evitare che lo sfregamento delle stesse causi, per colpa delle scintille, roghi involontari. Se poi ci troviamo di fronte a dei veri esperti del settore, non può mancare l’articolo per eccellenza di ogni corridore: la fascetta-portalaqualunque con cui puoi essere libero di correre, senza dover fare a meno del tuo i-phone, i-pod, i-pad, i-rot la minch.
L’ASCETA
L’asceta è quello che va a correre “ Perché così ritrovo il contatto con la natura.. mi riapproprio del mio tempo.. posso meditare.. solo correndo riesco a pensare in profondità e in tranquillità” Dunque. Premesso che non mi risulta che il Mahatma Gandhi avesse in casa propria un tapis roulant, perchè una corsa intorno al tuo isolato me la devi vendere come un viaggio di sei mesi in Tibet? In Tibet trovi te stesso, nel tuo caseggiato il massimo che trovi, lo pesti con le scarpe. Ora spiegami come faccio a trovare il mio io interiore mentre, sudato come la pelle dello zampone evito anziani, carrozzine, cani in calore, bambini, ciclisti, automobili, arrancando come una bestia e provando a chiedere aiuto usando esclamazioni composte da lunghissime h, qualche sporadica consonante, e il nome di battesimo di tua mamma. L’unico modo che avrei per fare pensieri profondi sarebbe cadere in un tombino aperto.
Per finire, la cosa che non tollero di più dei jogger è vedere che, quando si fermano sul ciglio della strada per attraversare, corrono sul posto. In quel momento l’istinto omicida mi pulsa nelle tempie. Io, in macchina, mentre li guardo, mi sento una grassa poltrona a sacco, gonfio come uno pneumatico, mentre lì, il paladino del peso forma, corre sul posto per non perdere il ritmo e perché ogni momento è un buon momento per bruciare calorie.
In quei momenti non c’è altra soluzione che guardarsi la pancia, guardare lui dal finestrino, fare un lungo respiro e passarci sopra. Con la macchina.
I.N.T. QUELLI CHE FANNO JOGGING



1 commento:

  1. Io ne sono uscita . Ci è voluto un po' ammetto . Ma ero una alpha .

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