martedì 15 gennaio 2013

IO NON TOLLERO I COMMESSI DEI NEGOZI (parte prima)




Io non tollero i commessi dei negozi. Una categoria paragonabile ad un’ ulcera professionale. Gente che penso debba aver fatto dei test attitudinali di inettitudine e di odiosità prima di essersi iscritta al prestigioso albo di categoria. Sotto i saldi, poi, come ora, le loro straordinarie doti vengono tutte a galla come in un water. E’ risaputo, infatti, che salvo alcune dorate eccezioni il commesso sta alla voglia di comprare come le piattole carnivore inguinali stanno all’accoppiamento romantico. Un vero e proprio anti-concezionale dello shopping.
IL SEGUGIO
La prima categoria di commessi sono i segugi. Ti adocchiano a guardare la vetrina e vanno subito in fibrillazione. Le pupille si allargano, iniziano ad annusare l’aria come i maiali da tartufo e camminano nervosamente senza rompere il contatto visivo. Se disgraziatamente entri, con la presunzione di guardare quel paio di guanti, solo guardare, non lo vuoi comprare, neanche ti servono i guanti, hai le dita pelose come quelle dell’uomo di Similaun, pensate per poter scavare per ore nella neve per fare una buca abbastanza grande da poterci morire dentro, quindi un paio di guanti ti sono assolutamente inutili, ma li vuoi solo vedere. Oppure hai appena preso 30 bei calci nel culo all’ultimo esame di sessione, o magari sei stata lasciata dal ragazzo di turno che ti ha detto: “ non fagiolina, non ti lascio perché sei grassa, è che la bigamia in questo paese è proprio vietata. Ti lascio per motivi politici, vedi?! Che se poi ci fermano non è mica facile convincere la polizia che sei una persona sola e non due, visto che poi al cinema dobbiamo sempre comprare tre biglietti; e non dire che il terzo è per i cappotti”. E per questo tu vuoi solo entrare nel negozio, in silenzio, prendere quella maledetta pancera in ghisa che c’è in sconto, non scambiare parola con anima viva, pagare e andare a scavare una fossa nella neve come l’ominide di qualche riga fa. Invece il segugio ti ha visto e appena entri ti si fionda addosso come una poiana necrofaga.
“Ma salveeeeee!!” sorrisone smagliante “posso aiutarla?”
“No guardi” (salivazione azzerata, faccia tirata in una smorfia di morte) “ do solo un’occhiata!”
Ma il segugio mica lo convinci. Remissivamente si allontana, ma solo per tornare alla carica. Ti osserva con la coda dell’occhio. Finge di riordinare qualche scaffale, sempre più vicino a te, continua a guardarti con la coda dell’occhio e prova a trattenere l’acquolina della bocca che gli fa lasciare dietro di se una scia come le lumache. Se poi il cliente persevera nell’autogestione, si rifugia dietro la cassa, fingendo calcoli inutili, preso da una crisi di iperventilazione. Prova disperatamente ad intromettersi nei tuoi acquisti
“Sta cercando le pancere? No perché le trova nel terzo scaffale lì a destra. Poi guardi se vuole un bel prodotto, abbiamo in offerta questo mese il modello Vajont, la pancera per bacini idrografici. Con tanti colori! Oppure trova anche quelle termoriscaldate poco più in là per l’addome freddoloso..” (sorriso da barracuda)
“No guardi, davvero, non ho bisogno di niente, sono a posto così.”
Comincia, allora, per l’ansia, a battere il tempo con i tic nervosi della faccia.
Rapido consiglio: se riuscite a comprare qualcosa senza il suo aiuto, evitate di tornare in quel negozio in futuro. Per allora i segugio avrà ordinato un set da 25 di tagliole a doppia lama per la caccia all’orso bruno. L’avete fregato una volta, basta e avanza.
L’ESPERTO
L’esperto è il commesso che fa il commesso, ma in realtà avrebbe dovuto avere una cattedra e un corso specialistico all’università. Sa tutto di ciò che volete e ha la missione di farlo sapere anche a voi. Se chiedete una crema corpo, magari per un regalo, vi spiega l’etimologia della parola crema, si profunde nell’elencazione delle differenze tra una crema e un latte corpo, ve ne spiega la composizione chimica, il metodo applicativo, e vi intrattiene sulle doti organolettiche del patchouli ( perché, se il regalo riguarda la cosmesi, è sempre al patchouli) e il suo ruolo storico nell’emancipazione della donna in Sud America. Sottocategoria dell’esperto è il tecnico. Ecco un breve scambio verbale (NB: il tecnico è l’uomo più scorbutico e indisponente dell’intero globo terracqueo; le sue parti andranno lette di conseguenza).
“Salve, vorrei un chiodo”
“Eeeeeeeeh, un chiodo”
“Si, guardi, un chiodo”
“ Ma che chiodo?”
“UN chiodo per attaccare UN quadro ad UN muro.”
“Eh beh, ma che muro non perché sa in base alla parete bisogna decidere la lunghezza, il diametro..”
“Guardi, non lo so, è un muro come gli altri, senza pretese. Se lo metti da qualche parte quello sta lì fermo, non parla, non sporca, non fa domande. Anzi le dirò, in questo momento mi manca persino il mio muro!”
“Eh ma così non è mica facile. Mmm..dovrei averlo davanti per consigliarle bene.. vabbè.. cosa ci deve attaccare?”
“Un quadro”
“Eh, ma che quadro”
“Il mio”
“No, voglio dire, cosa c’è rappresentato?”
“Ma scusi, ma a lei che cosa frega?!”
“Eeeeeeh ma vede.. io mica posso venderle un chiodo così a caso. Sa se il quadro è vecchio ci vuole un chiodo di tradizione. Se è un quadro moderno ci vuole un chiodo al passo coi tempi. Se è un quadro surrealista ci vuole un chiodo che in realtà è una pipa che in realta questa non è una pipa. Vabbe..ma mi dica.. che cornice ha::”
Insomma, morale della favola, nello stesso negozio acquisti tre quintali e quattro di forattini, due sacche di palta e dell’intonaco, una veduta di Venezia del Canaletto, battuta all’asta per 200 000 euro, una cornice in legno dorato e bronzo a motivi fitomorfi e il chiodo più banale della terra, che se ne compravi altri tre, pensi, ti potevi crocifiggere e risparmiavi tempo. 
TO BE CONTINUED

I.N.T. I COMMESSI DEI NEGOZI

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