Oggi c’è stata
la prima prova di maturità. E tutti giù a citare Antonello nazionale, che
praticamente con una canzone e l’appoggio del Ministero dell’Istruzione si è
messo a posto a vita. Ogni maturità è diversa. Ognuno di noi ha avuto la sua
notte prima degli esami e il proprio diverso e particolare esame (qualcuno è
così stronzo come il sottoscritto, da continuare ad averne pure adesso). Ma ci
sono cose che sono uguali per tutti e ci sono tutti gli anni. Almeno dieci.
Sono i sintomi che la maturità è arrivata.
1.
IL TOTO-TEMI
Che
è una cagata pazzesca. Sempre. Peggio che sentire l’oroscopo di Paolo Fox.
Tutti si sforzano di trovare nel corso dell’anno eventi, simbologie, ricorrenze
che dovrebbero essere indizi della scelta del Ministero. “Ah ecco vedi,
quest’anno ci sarà il 25ennale dell’invio della cagnetta Laika nello spazio. Il
tema sarà sicuramente l’estate e l’abbandono dei cani in autostrada”. Ma guarda
io non credo. “Hanno incastrato con la prova genetica l’assassino di Yara; la
traccia sarà sicuramente il Dna e il suo ruolo nella storia: da Mendel al
Detective Conan”. Mi sembra improbabile e pure di cattivo gusto. “E’ morto
pochi mesi fa Garcia Marquez. Mi sembra ovvio che tutta la prima prova sarà
sulla MotoGP e sulla rivalità con Pedrosa e Rossi”. Se vabbè lallero.
2.
I DIZIONARI
Il
dizionario è il vero compagno della maturità. Per l’occasione diventa una
piccola enciclopedia miniata. Ogni spazio libero è riempito da glosse,
asterischi, rimandi. E nei metodi di redazione si vede che siamo un popolo
ingegnoso nelle difficoltà: gente scolla la copertina interna e ci mette i bigliettini,
chi fa rilegare pagine in aggiunta, chi incolla pagine pari e dispari con in
mezzo pagine di appunti, altri ancora dividono i temi per iniziale della parola
chiave e raccolgono il tutto sotto la lettera corrispondente. Ai meravigliosi
amanuensi degli anni 00 bisognerebbe dire che se la metà del tempo per fare
questi lavori la passassero a studiare probabilmente ne saprebbero più degli
esaminatori.
3.
LA CORSA
Prima
di ogni esame c’è la ricerca del posto migliore. Che è sempre quello più
indietro. Quello che è quasi in bagno. Quello dietro la colonna. Quello che è
così indietro che praticamente è in un’altra scuola. Per aggiudicarselo, la
lotta è senza quartiere. Appena si aprono le porte le scene sono quelle di una
fuga da un palazzo in fiamme. La lotta è
senza quartiere. Calci, pugni spintoni, bastardo, infame, ti ammazzo. Sputi e
lanci di oggetti contundenti. C’è gente che porta un dizionario in più proprio
per scagliarlo sulla folla urlante. Alcuni non arriveranno nemmeno ai banchi.
4.
LA COMMISSIONE
La
commissione d’esame, nella sua varietà, raccoglie sempre le stesse categorie di
persone. C’è l’esaminatore-merda, quello incattivito dal caldo, dalla calvizie,
che lo colse a 22 anni, e da una vita familiare fallimentare che passa gli
esaminandi a filo di coltello; c’è quella che non ne ha un’idea, la riconosci
perché si presenta in sandali, con la gonna ampia e vaporosa, fa domande da
consumatore seriale di limoncello e l’unico contributo che fornisce al collegio
è proporre la pausa caffè; oppure c’è quello che ha meno voglia di essere lì
degli studenti, di solito è il professore di materie che in quel liceo non
c’entrano nulla: inizia a sudare dal 6 Giugno e finisce il 18 Luglio, respira
rumorosamente e, tra uno studente e l’altro, bestemmia.
5.
LA TRACCIA DI MERDA
Ogni
maturità ha una traccia imbecille. Così idiota che sembra finta. Tipo quella
che capitò a me, e giuro non sto scherzando, sugli alieni. Chi cazzo ha fatto
entrare Giacobbo al Ministero dell’Istruzione? Chi me lo corregge il tema poi,
la redazione di Mistero? E ovviamente c’è sempre il compagno di classe coglione
che la sceglie, dato che in genere è così ignorante da non scegliere quella su
Quasimodo perché “il cartone Disney non me lo ricordo bene e poi manco mi è
piaciuto tanto”.
6.
IL TEMA STORICO
Che
è quello che nessuno sceglie mai. Perché obiettivamente fa schifo. Io farei una
proposta e lo abolirei. “Europa del 1914 e quella del 2014: trova le
differenze”. Gerry Scotti? L’Iphone? I selfie? “L’Italia e la tragedia delle
foibe”. Ma siete cretini? Metà degli studenti è un miracolo se arriva alla fine
sella Seconda Guerra Mondiale e voi scegliete le foibe. Che poi ci fu un
ragazzo, sublime, che lesse male e scambiò il tema storico per quello psicoanalitico:
la tragedia delle fobie. Inutile dire che la sua maturità fu parecchio in
salita.
7.
LA CACCA
Almeno
per quanto mi riguarda, la maturità mi ha provato dal punto di vista
gastrointestinale. Il ricordo più vivido che ho è che due ore prima dell’esame
iniziava un moto tellurico a livello dell’addome e in breve tempo mi trovavo
nella mutanda una riproduzione in scala, funzionante, dei soffioni boraciferi
di Larderello. Roba che proprio i Dolori del giovane (sul) Water. Altro che
Dukan, ce l’ho io la dieta miracolosa: gli esami di maturità, un paio di volte
l’anno.
8.
IL RIPASSONE
Si
arriva alla maturità avendo in mente un programma di studi da campo di lavoro
coreano. Allora, 6.45 sveglia; 7:00 saluto al sole; 7: 05 colazione; 7: 10
inizio studio; fino alle 11 si fa tutta la letteratura da Manzoni a Moccia;
dalle 11 alle 13 storia: dalla fondazione dell’impero carolingio fino alla
guerra in Kossovo; dalle 13: 00 alle 13: 05 pranzo; fino alle 16 geografia
diritto scienze sociali; 16- 18 fisica e biologia: dalla scoperta del fuoco
alla pecora Dolly; 18 – 21 filosofia geologia matematica; 21: 05 chimica, nel
senso che bisogna che ti droghi; 21: 10 – 23 storia dell’arte letteratura
latina e greca; 24 religione, nel senso che reciti un rosario nel caso dovessi
morire nel sonno.
9.
LA SECCHIA
Tutti,
ma proprio tutti, l’hanno cercata come estrema ancora di salvezza. La secchia
di turno, che passasse tutto il passabile, con la collaborazione di qualche
esaminatore interno che fa finta di non vedere. E’ scientificamente provato.
Durante l’esame il secchione esercita una forza di gravità sui propri compagni
direttamente proporzionale al quadrato del prodotto tra le materie da
preparare, i nove in pagella di questo e l’ignoranza avvilente degli studenti,
il tutto fratto il numero dei compagni di classe. A questo si aggiunga che
l’esattezza della versione che ti passerà sara tanto inferiore quanto la
lunghezza del raggio visivo-uditivo entro cui si trova il copiatore. Questo
significa che la gente si picchia sulla schiena pur di sedere vicino al primo
della classe, che diventa “voce della verità”. Ti recitasse, per vendicarsi, la
lista dei film di Cicciolina al posto della versione di Tacito, non ci sarebbe
problema, nessuno dubiterebbe del Verbo.
10.
FINALMENTE E’ FINITA
Forse
la sensazione più bella di tutte. Sentire di avere chiuso un capitolo enorme
della propria vita. Chiuso con verifiche, interrogazioni, compiti a casa.
Vedrai quando sarò all’università sarà tutto diverso. Farò ciò che voglio,
studierò quando voglio e come voglio. Autonomo, indipendente, bello, splendido
e splendente. E la cosa forse più bella di tutte è che, in quel momento, ci
credi ancora, per davvero.
Nessun commento:
Posta un commento