La foto è tratta dal sito thechefisonthetable.it |
Capodanno mi sta
veramente sul culo. Ma non nel senso che mi ingrassa. Nel senso che lo odio. Credevo
che col passare del tempo l’odio scemasse e invece ogni anno è sempre peggio e
ogni anno mi fa sempre più schifo. Che poi mi domando: la gente a cui piace il
Capodanno dov’è? Voglio dire, nei giorni prima di Capodanno, che sono forse i
peggiori della Terra, parli alle persone e tutti ne dicono il peggio che si
può.
“Ah guarda non
lo so, forse vado in montagna a casa dal nipote di un amico dell’idraulico di
mia nonna; anche se forse vado ad una festa organizzata da un tipo a casa di
una tipa che è la tipa di uno che ho incontrato alla fermata dell’autobus.
Altrimenti pensavi di andare a fare tre giorni di ritiro nella laguna di San
Rafael nella Patagonia cilena dove c’è mio cugino che è rifugiato politico dal ’93.
Comunque guarda, ho una voglia che va a finire che piuttosto vado a letto”.
Si perché i
giorni prima di Capodanno sono giorni di ansia e frustrazione. Salvo tu non sia
uno di quegli infami che il Capodanno lo programma a Ferragosto (che ti si
stacchino le unghie dei piedi) o di quelli che tutti gli anni parte bellamente
e baci e abbracci (ti auguro una bella slavina da primo dell’anno, anche se vai
in Kenya), gli altri comuni mortali arrivano ad organizzare qualcosa tipo il 27
sera, guardandosi nelle palle degli occhi, gonfi di disperazione. È in quei
momenti che resusciti amici che non vedi dal primo vaccino per l’antirabbica, a
parenti così lontani che il legame di sangue manco col binocolo. Che poi inizia quella fase del “mi
hanno detto che c’è una festa”. Minchia la festa. Che non si capisce mai chi la
organizza, dove sia a che ora finisca, quando inizi e chi ci sia. Mistero della
festa. Andarci e provare ad essere invitati è praticamente una prova spirituale,
un rito di iniziazione da società tribale del Borneo.
“Forse ho l’amico
che ha l’aggancio…sai ora chiedo e ti dico perché siamo già in tanti.. Massì
vedrai uno più uno meno non succede nulla.. Comunque ci sentiamo nel pomeriggio
che ti confermo.. Però guarda non ti assicuro perché non so neanche io chi c’è”
e altre allegre palle di Natale.
Ma del resto è il 29 Dicembre e tu ci credi. Che
poi pensi, nel tuo intimo, chissà che festa esclusiva da matti della Madonna e
di tutti i Santi che sarà. Alla fine della fiera, che tu ci riesca ad andare o
no (buona la seconda), credimi la festa è una serata normale, anzi. E te lo
testimonia il fatto che nel buffet “ognuno porta qualcosa” style c’è,
immancabile una torta salata, appena appena tiepida agli spinaci, che è una
roba da malinconia che a confronto il conto alla rovescia su RaiUno nello
speciale con Carlo Conti, la Carlucci e l’orchestra di Paolo Belli sembra il Carnevale
di Rio.
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